martedì 4 novembre 2014

Fabio Godano, manager di Progressio, rilancia il business di Oro Cash

Dopo due anni di lunghe trattative, sarà attuato il rilancio di Oro Cash. I fondi Progressio sgr e J.Hirsch&Co, che controllano il 75% della società, hanno trovato un accordo finanziario con i tre soci fondatori, che parte dalla riprogettazione del business relativo al leader europeo nel compro oro. La riorganizzazione di Oro Cash sarà guidata da Fabio Godano che attualmente gestisce il fondo Progressio. L’ex manager di Unieuro ha voluto al suo fianco Lorenzo Botticelli e Giuseppe Marotta, rispettivamente Direttore Finanziario e Commerciale di quest’azienda. Il nuovo management ha progettato una riorganizzazione del business di Oro Cash, potenziando alcuni canali di vendita, come il web e le televendite, e modificando l’offerta di altri. Le competenze manageriali di Godano dovranno sviluppare un business che, nonostante il calo di prezzo del oro, nel 2013 aveva un valore di 220 milioni di euro, comprendendo circa 500 negozi in Italia, Portogallo, Spagna, a gestione diretta e in franchising.

Il business plan definito dal management del fondo Progressio ha un patrimonio netto di 55 milioni di euro, e prevede un significativo cambiamento per quanto concerne i punti vendita; si attuerà, infatti, la conversione dei centri commerciali e degli store cittadini in outlet di fascia media. Il nuovo progetto di business di Oro Cash comprende inoltre l’apertura di tre gioiellerie all’interno dei mall a marchio McArthur presenti in Italia. Il management guidato da Fabio Godano, che ha un’ampia esperienza nei settori marketing e buyer, ha dunque scelto una strategia che prevede un mutamento del target di vendita diretta. Per quanto concerne, invece, gli altri canali di acquisto, si punterà su un potenziamento della vendita online, tramite il sito web, e delle televendite, che saranno trasmesse sui canali tv digitali 126 e 127.

Per conoscere maggiori informazioni sulla riorganizzazione di Oro Cash del fondo Progressio, gestito da Fabio Godano, vi rimandiamo al link.

mercoledì 21 maggio 2014

La voce del trade: Fabio Godano

Intervista a Fabio Godano, commercial general director di Unieuro


Qual è stato il trend di vendite dei monitor con decoder integrato e dei Tv di piccolo polliciaggio?
Fabio Godano: «Fino a fine dell'anno scorso si è assistito a un'offerta dei monitor Tv che andava ad intaccare le vendite dei Tv di piccolo polliciaggio, soprattutto per il posizionamento prezzo che i primi vantavano sui televisori tradizionali. Questa situazione è stata sostenuta anche dall'andamento del dollaro, particolarmente favorevole. Oggi il cambio euro/dollaro si è modificato sensibilmente e l'erosione del prezzo ha toccato anche i segmenti dei Tv medium size. Quindi la forbice tra il prezzo del monitor Tv e quello dei Tv di piccolo polliciaggio si è nettamente avvicinata. Tanto che oggi stiamo assistendo a un indebolimento delle vendite dei monitor Tv; mentre al contrario c'è una ripresa di tutto quello che è Tv di piccolo polliciaggio».

Avete attivato iniziative particolari per contrastare questa situazione di mercato?
Fabio Godano: «Abbiamo sempre voluto, per scelta, tenere divise le due categorie e ciò anche a livello promozionale. Non abbiamo mai fatto operazioni negli spazi audio video, appannaggio dei TV, con dei monitor. Pensiamo che il consumatore debba recepire in maniera corretta le giuste informazioni e differenziazioni anche a livello promozionale, e il fatto di inserire e di comunicare all'interno di una stessa pagina televisori e monitor tv, a nostro avviso non è fuorviante.
Invece a livello espositivo stiamo facendo dei test pilota su alcuni punti vendita, che ha visto l'esposizione di monitor nel lineare del televisori, ovviamente identificandoli con una cartellonistica chiara e mirata a spiegare la differenza da un tradizionale flat TV. I risultati che stiamo avendo sono positivi, con un innalzamento delle vendite dei monitor tv di tipo incrementale, quindi senza impatti erosivi sulle vendite dell'assortimento dei Flat Tv».

Quali sono state le mosse dei brand?
Fabio Godano: Alcune aziende, al loro interno, hanno entrambe le categorie di prodotto e le due BU sono concorrenti tra loro. Da questa situazione – non nego – ne abbiamo tratto anche qualche beneficio ma non bisogna dimenticare che sono due prodotti differenti, anche in termini qualitativi, La sezione audio, infatti, è molto più sviluppata e ricercata nei Tv rispetto ai monitor, e questa è già una grossa variabile che non permette ai monitor di essere assimilabile ai più classici Tv di piccolo polliciaggio».

Cosa spinge oggi il consumatore verso l'acquisto di un tv piuttosto che di un monitor con tuner integrato?
Fabio Godano: «Premetto che a livello di produzione nascono per fini totalmente diversi. Quindi, oltre alle differenze dell'audio già descritte, vi è anche una diversità
sul fronte delle immagini, dato che i monitor sono concepiti per mostrare un certo tipo di segnale, differente per caratteristiche rispetto a quelli provenienti dai broadcaster. Per cui, oltre il prezzo, è importante capire che tipo di utilizzo se ne farà.
Ed è per questo che riteniamo importante offrire le giuste informazioni ai clienti finali».

Quanto ha impattato la diffusione di netbook sui monitor per pc?
Fabio Godano: «Tanto, è evidente. Oggi il desktop è un mercato in decremento. Il netbook e il notebook la fanno da padrone. Sicuramente chi compra un netbook/notebook, spesso con monitor di dimensione sempre maggiore all'interno del prodotto stesso, difficilmente si pone il problema se acquistare o meno un monitor supplementare esterno. Questa situazione ha intaccato sensibilmente il settore dei monitor e non vedo personalmente un futuro roseo nei prossimi anni».

Cosa succederà dopo l'effetto switch off?
Fabio Godano: «A mio avviso, se non ci saranno variazioni sensibili a livello finanziario tra dollaro e altre valute, i monitor diventeranno sempre più una nicchia del mercato. Anche se è difficile fare previsioni visto Che ci sono molte variabili in gioco. Non da ultimo, anche le continue promozioni di alcuni retailer
che mostrano monitor sui volantini a prezzi molto aggressivi senza la dovuta evidenziazione sul fatto che non si tratta di un flat TV. Credo comunque che il mercato tenderà a normalizzarsi con la fine dell'effetto switch off».

venerdì 2 maggio 2014

Fabio Godano e le priorità di Unieuro per l'anno 2012/2013

Plenarie : Le priorità 2012/2013

Le plenarie sono state l’occasione per riflettere insieme con tutta la forza vendita, sull’andamento aziendale e sui progetti in previsione per il prossimo anno fiscale. A questo proposito si sono alternati sul palco: Mario Maiocchi (Amministratore Delegato), Fabio Godano (Commercial General Director) e Giuseppe Marotta (Operations Director).
Denominatore comune dei loro interventi: l’importanza delle vendite di qualità, come soluzione vincente per soddisfare le aspettative del cliente e, allo stesso tempo, raggiungere gli obiettivi professionali.

Mario Maiocchi
Amministratore Delegato
“Per affrontare un mercato in calo abbiamo elaborato un piano semplice e concreto, composto da 5 punti chiave, che hanno come obiettivo comune la soddisfazione del cliente.
Al primo posto ci sono gli obiettivi di sales quality, per creare valore sia per il cliente che per Unieuro. Intendiamo poi, ovviamente, continuare a sviluppare il nostro format vincente, lavorare sulla riduzione dei costi, sviluppare nuovi canali e categorie e, infine, puntare sui servizi attraverso il brand NOPROBLEM.”

Fabio Godano
Commercial General Director
“Le promozioni sono importanti perché favoriscono una maggiore pedonabilità all’interno dei punti vendita ma non sono sufficienti.
Per fare la differenza dobbiamo impegnarci a fare vendite di qualità, dando al cliente la possibilità di uscire dai nostri negozi”

Giuseppe Marotta
Operations Director
“Per fare la differenza, all’interno della nostra Funzione, dobbiamo concentrarci sulle 3C:
Comunicazione: essere chiari e trasparenti nel comunicare gli obiettivi
Coesione: in un momento di difficoltà deve emergere il grande spirito di squadra che ci contraddistingue, tutti devono essere a bordo
Concretezza: essere snelli e veloci nel prendere le decisioni. Quando c’è un Problema, non cercare il colpevole, ma la soluzione”

Durante la plenaria si è svolta inoltre l’estrazione finale tra tutti i passaporti completi e correttamente compilati imbucati nelle apposite urne.
In palio, per i fortunati vincitori estratti a sorte al termine di ogni evento, 11 Galaxy S II, gentilmente
offerti da Samsung.

giovedì 3 aprile 2014

I consumatori e la fiducia - commenti di Fabio Godano

Puntualmente da diversi mesi a questa parte nelle disamine sulla crisi firmate da più o meno illustri commentatori compare come un mantra il concetto della fiducia. Non c’è fiducia di qua, manca fiducia di là. Ma il nostro settore, a partire dai direttori generali, dai direttori commerciali delle industrie e prima ancora dagli imprenditori del trade, ha mai avuto tempo di riflettere su cosa questa significhi sul serio nel dialogo con i clienti finali?

PORTAFOGLI CHIUSI
Noi siamo convinti di no, perché altrimenti qualcosa (o forse molto) sarebbe cambiato nel linguaggio utilizzato. Proviamo a spiegarci. E partiamo da dati di fatto incontestabili. Il primo dei quali è sicuramente il generale crollo dei consumi, presentato di solito in abbinata con l’allargamento della fascia di coloro che vedono ridursi i soldi a disposizione. A questo punto, però, bisogna muoversi con circospezione. Prima di tutto perché italiani in reali difficoltà economiche restano comunque una minoranza (che si allarga, beninteso) e dunque la diminuzione degli acquisti può trovare in essa il principale colpevole.
Ed è qui che entra in scena la fiducia. Deficit di fiducia non significa essere privi dei soldi per comprare ciò che si desidera bensì timore che il peggio debba ancora venire e che dunque sia consigliabile tenere il
Portafogli rigidamente chiuso in attesa di tempi migliori. A questo punto il ruolo del negoziante quale deve essere? Attendere che arrivino tempi migliori e nel frattempo aver portato i libri in tribunale? Sparare a raffica operazioni promozionali dove si regalano gli elettrodomestici (è già successo) dando per scontato che siamo tutti alla canna del gas, con risultati non molto diversi? Oppure sperimentare nuovi linguaggi verso ¡ consumatori, provando a mettersi nei loro panni e in loro infondere un po’ di fiducia? Quest’ultima strada e difficile, certo. Impossibile, no.
Bisogna cambiare mentalità, tornare a quella dimensione di “servizio” che probabilmente era più radicata anni fa. Servizio vuol dire disponibilità ad ascoltare il consumatore, capacità di comprensione e competenza nel proporgli la soluzione migliore. Significa destinare almeno parte dei tanti contributi che si chiedono ai fornitori a investimenti a beneficio dei consumatori.
Il primo che ci viene in mente è per formare addetti più numerosi, gentili e competenti. Non stiamo parlando della luna ma di cose minime per riaccendere un barlume di rapporto fiduciario tra cliente e negozio. Il primo passo, però, da compiere è superare il pregiudizio secondo il quale la povertà sarebbe dilagante. In queste pagine pubblichiamo alcuni dati, comparsi sul Sole 24 Ore (fonte affidabile, dunque) nelle settimane scorse, che non sono riusciti a trovare spazio nei servizi di apertura dei telegiornali nazionali ma che offrono spunti di riflessione da cui non si può prescindere.


ENORME EVASIONE FISCALE
Sono stati messi a confronto i depositi bancari dei cittadini dei Paesi più in difficoltà nella Ue. Alla fine del 2012, i depositi dei nostri connazionali sono risultati gli unici ad aumentare; tutti gli altri hanno segnato una diminuzione. Secondo dato. Si è elaborata l’evoluzione del rapporto tra la spesa in consumi e reddito delle famiglie italiane dal 2004 al 2011 (vero, manca il 2012). Ebbene, ciò che è stato speso in consumi ha sempre superato il reddito dichiarato per una cifra non propriamente trascurabile, ruotiamo attorno al 20 per cento. Domanda a chi legge: se voi, per quasi 10 anni, aveste speso ben oltre quanto incassato, ora dove sareste? Chi scrive non ha dubbi: sotto un ponte. Se questo è vero, come interpretare le cifre? Si potrebbe rispondere che ci siamo indebitati, ma in realtà le famiglie italiane rimangono tra le meno esposte d’Europa. Oppure si potrebbe azzardare che abbiamo intaccato i risparmi, ma proprio i dati di prima smentiscono in modo palmare questo scenario. A nostro avviso rimane una terza, e decisiva, spiegazione sulla quale evitiamo qualsiasi valutazione morale: una evasione fiscale di dimensioni colossali. La conclusione è che il vero problema è convincere gli italiani a spendere un po’ di più. Il linguaggio utilizzato nel mercato dell’eldom verso i consumatori non agevola a centrare questo obiettivo.


ATTENTI AL DE PROFUNDIS
I consumatori hanno altre esigenze rispetto a quella del prezzo basso. Se io ho i soldi ma ho paura del futuro, per mille ragioni, e mi trovo nella situazione di comprare un elettrodomestico, sono portato non a spendere poco a tutti i costi ma a spendere bene a tutti i costi. Per spendere bene significa confrontare qualità e prezzo. Su quest’ultimo ho tantissime informazioni e sollecitazioni, spesso a sproposito, sulla prima quasi nessuna. Se a questo aggiungo negozi poco curati, il cerchio si chiude.
Col de profundis, però.


MANTENERE I NERVI SALDI E PUNTARE SULLA QUANTITA’
“La crisi non contiene in sé solo aspetti negativi, ma anche opportunità”. A sostenerlo è Fabio Godano, direttore commerciale di Unieuro.
“I nervi vanno tenuti saldi anche se le difficoltà generali sono oggettivamente pesanti. E bisogna ricorrere alla qualità declinata in tanti modi”, continua Fabio Godano, “qualità significa vedere meglio e avere commessi nei negozi capaci di garantire ai consumatori la più soddisfacente esperienza d’acquisto, compatibilmente con i soldi a disposizione”.


 

martedì 1 aprile 2014

Fabio Godano in occasione dell'apertura di Unieuro a Varese

Novembre 2013
 
Più grande, più servizi
Nel punto vendita Unieuro di Varese, disteso su 4300 Mq, l’assistenza a tutto tondo è un must, tra shop in shop ed aree emozionali

 
Trasmettere serenità e professionalità è uno dei primi obiettivi di un punto vendita eldom, specialmente se di dimensioni importanti, dove il rischio di sembrare un grande magazzino, spersonalizzato e caotico, è dietro l’angolo. Superfici estese, anche ben oltre i tremila metri, potranno continuare ad esistere solo a patto di offrire una marcia in più al consumatore finale in termini di accoglienza e rispetto delle esigenze: spazi ariosi e ben organizzati, personale all’altezza dell’innovazione e un vasto parco servizi. E ciò che abbiamo visto a Varese, nel megastore (ex Bernasconi) Unieuro - il più grande della catena – di steso su un’area vendita di 4.300 mq.

FINO ALLA FASCIA ALTISSIMA

Forte di un layout rivoluzionario, costituito da 25 shop in shop e 50 aree emozionali, punta a coinvolgere il visitatore favorendo un’intensa esperienza di acquisto, grazie alla possibilità di provare liberamente i prodotti esposti, all’interno di un assortimento di oltre 12mila referenze. “Proponiamo un’offerta unica e varia - ha sottolineato Fabio Godano, direttore generale del gruppo, incontrato a due giorni dall’inaugurazione: - siamo infatti convinti che un negozio di tali dimensioni debba avere un impatto e un assortimento molto diversi da quelli generati da un pdv tradizionale”. Nasce da qui la scelta di coprire un posizionamento che va dalla fascia media a quella altissima, con prodotti dedicati al pubblico di Varese, alto-spendente per definizione, e a quello svizzero, abituato a varcare il confine alla ricerca di qualità in tema di tecnologia. Un esempio su tutti, il corner dedicato agli apparecchi audio per tv, soundbar e soundbase in primis: a dimostrazione che l’insegna ha saputo cogliere tendenze di mercato e opportunità reali in termini di fatturati, attraverso un segmento - quello dell’audio di altissimo livello, appunto - dalle enormi potenzialità di sviluppo. Ad esso si associa il lancio di una elegante macchina per caffè con sistema a capsule realizzata in esclusiva per Unieuro da EspressoCAP (marchio Espressitaliani), e di una linea di arredamento per cucine: su un’area di 150 mq allestita con nove ambientazioni a tema “sfilano” mobili del brand Creo Kitchen, prodotti per l’insegna da Lube.

I POST-VENDITA E’ NO PROBLEM

Capitolo a sé riguarda il pacchetto servi: “Ricco e all’avanguardia come il mercato impone”, incalza Fabio Godano, spazia da una copertura certificata a 360 gradi legata all’acquisto di una cucina – sopralluogo, installazione, allaccio dei collegamenti – al mondo No Problem, fiore all’occhiello dell’azienda. Garantendo consegna e installazione ad alti livelli, si sviluppa su quattro aree tematiche: assistenza e riparazione, check up del pc, configurazione e aggiornamenti, pro lezione clienti premium. Che potranno finalmente lasciarsi cullare dalla fiducia nel proprio punto vendita e dalla tanto attesa voglia di rassicurazione.

BAR INTERNO AL PDV, UN SEGNALE CHIARO DI COMFORT E ACCOGLIENZA

L’orientamento all’innovazione, al servizio e all’accoglienza è così forte – racconta Fabio Godano, direttore generale di Unieuro – che abbiamo creato un vero e proprio bar all’intero del megastore.
“Rinnovando l’iniziativa, di grande successo, già realizzata in uno dei negozi di Roma, vogliamo così lanciare un segnale chiaro di comfort e accoglienza del cliente, concetti espressi anche dalle aree emozionali studiate per allacciare una relazione diretta con il nostro pubblico. Il nostro budget è di 20 milioni di euro e siamo fiduciosi di poterlo raggiungere”.